Il 12-13 Novembre 2011 a Mirano (VE), si terrà la Fiera dell'Oca kermesse tutta dedicata a questo simpatico pennuto.
Era l'anno 1982 quando Sandro Zara pubblicò l'opera di Carlo Preti il "Zogo de l'Oca de Miran". Nella ricerca del materiale per costruire il gioco, riscoprì il vecchio detto: "Chi no magna l'oca a san martin nol fa el beco de un quatrin". Breve indagine e si scopre che era consuetudine, a Mirano, festeggiare la chiusura dell'anno agrario, l'11 novembre, giorno di San Martino, mangiando l'oca. Tradizione, tra l'altro, ancora viva tra le vecchie famiglie del centro storico.
(La tradizione dice: San Martino, oca, castagne e vino, e il rito vuole l'oca sulla tavola sia perché in quel periodo essa è invitante e succulenta, è il momento in cui la sua carne si è fatta così grassa e morbida da sciogliersi in bocca, sia perché a Mirano i proprietari terrieri che allora erano quasi tutti ebrei, non potevano mangiare maiale).
Ma perché non ripristinare e ufficializzare questa tradizione?
Detto fatto, nasce la "Compagnia de l'Oca" con lo scopo di divulgare e far rivivere la Festa di San Martino mangiando l'oca.
Da allora l'11 novembre con una cena ad invito la Compagnia organizza la grande Cena dell'Oca la quale ha tutta una sua ritualità, un tema ben definito e un menù tutto a base d'oca.
In breve tempo questa "voglia di oca" coinvolge l'intero paese e siccome tutti non possono partecipare alla cena ufficiale, la domanda viene rivolta ad altri ristoranti che fanno a gara nel proporre il proprio pranzo d'oca. Molti altri si organizzano a gruppi nelle case e nasce, di conseguenza, la ricerca di tovaglie, canovacci, grembiuli, segnaposto e ogni altro oggetto che porti l'immagine o riproduca l'oca. Perfino il tradizionale dolce di pasta frolla il San Martino si trasforma in un'oca dolce e friabile.
Così Mirano, in poco tempo, diviene il "Paese dell'Oca".
Nel 1998, in questo contesto, il Presidente della Pro Loco Mirano crea e realizza il grande "Zogo de l'Oca in Piazza", riportando il gioco su 63 grandi tavole (di 2 metri per 2), alte 80 cm., le quali, disposte attorno all'ovale della piazza formano una grande passerella colorata di circa 130 metri.
L'ambientazione è quella del giorno di festa per eccellenza del paese.Così nasce la "Fiera de l'Oca", la ricostruzione storica di una Fiera, del '900, dove sotto le tipiche bancarelle in legno dai grandi teli bianchi, gentili signore, in costumi d'epoca, vendono prodotti gastronomici a base d'oca od oggetti raffiguranti o riportanti l'immagine dell'oca , mentre attori, comparse e figuranti animano le vie del centro storico.
Uno spettacolo nello spettacolo è l'Ocaria, il mercato vero e proprio. Descriverlo è facile: provate a immaginare qualsiasi oggetto vi venga in mente, affiancatelo all'oca e… il "zogo" è fatto! Sui banchi di questo particolarissimo mercato, infatti, si può trovare veramente di tutto, come nella tradizione dei vecchi mercati paesani.
E se proprio non sapete resistere all'appetito, allora è davvero d'obbligo una tappa all'Osteria dell'Oca, luogo perfetto non solo per assaggiare qualche prelibatezza a base d'oca, ma anche incontrare vecchi e nuovi amici, scambiare due chiacchiere e brindare con un bicchiere di buon vino.
E alle 15.00 tutti in piazza, dopo la sfilata dei figuranti, le sei squadre del capoluogo e delle frazioni (Ballò, Campocroce, Scaltenigo, Vetrego, Zianigo) si sfideranno sull'ovale di Piazza Martiri lungo i 130 metri del ZOGO DE L'OCA IN PIAZZA.
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